Il paese del centro America lotta contro la criminalità, la corruzione e la povertà. Necessarie oggi mirate politiche di sviluppo per lo stato in questo per la garanzia di un futuro migliore.

Ha il più alto tasso di povertà e si colloca al 131esimo posto (su 188) nella classifica, stilata dalla Nazioni Unite, relativa all’indice di sviluppo umano. Parliamo dell’Honduras, paese dell’America centrale che vive ormai da anni una lotta contro la criminalità, la corruzione e la povertà. 

La repubblica delle banane, così denominata per la coltivazione della suddetta piantagione, è oggi inserita nella rete di aiuti della cooperazione internazionale, ma questi necessiterebbero certamente di una revisione per garantire un futuro migliore al paese. Le politiche di sviluppo nello stato dell’Honduras oggi, infatti, fanno fatica ancora a decollare.

La crisi dell’Honduras: tra traffico di droga e corruzione politica 

Luogo sinergico per il traffico di droga dei paesi dell’America centrale verso il Messico e gli Stati Uniti, l’Honduras ha detenuto per lungo tempo il record di omicidi più alto del mondo, dando il via ad una delle più grandi ondate migratorie verso il nord.

Forte è il divario, inoltre, tra le aree urbane e quelle rurali, di cui solo il 10 % ha accesso all’acqua potabile.

Difficile e controversa anche la situazione politica. Nel 2009 vi è stato un colpo di stato da parte dell’esercito contro l’ex presidente in carica Manuel Zelaya. Il decennio di dittatura ha prodotto circa 2 milioni di nuovi poveri nel paese, il deterioramento delle istituzioni e della garanzia dei diritti umani.

Il partito nazionale, coautore del colpo di stato, ha preso il potere e vi è rimasto a capo, con due frodi elettorali consecutive (2013 e 2017). Oggi al governo vi è Juan Orlando Hernandez che ha concentrato fortemente il potere su di sé, militarizzando il paese e rispondendo con le forze armate a qualsiasi manifestazione sociale. 

All’onere delle cronache di violenza e corruzione del Paese, non si può non menzionare l’assassinio dell’attivista e fondatrice di Copinh -ong per la difesa dei diritti umani), Berta Caceres, avvenuto nel 2016. Caceres si era battuta per fermare la compagnia cinese Sinohydro dal costruire alcune dighe idroelettriche sul fiume Gualcarque– un luogo di importanza spirituale per la comunità indigena dei Lenca.

Disordini politici, crimini violenti ed un’impennata dei flussi migratori sono, dunque, il prezzo che l’Honduras oggi sta ancora pagando. Enorme è l’instabilità economica e sociale dello stato. Un’instabilità che costituisce un ostacolo al pieno sviluppo del paese.

Negli anni non sono mancati i tentativi da parte degli altri stati e dello stesso governo locale di dare una svolta a questa situazione, ma purtroppo le strategie adottate non sono state del tutto efficaci.

LEGGI ANCHE: Cooperazione internazionale: l’importanza di fare rete

Le strategie di sviluppo elaborate dal governo locale

Nel 2001, il governo dell’Honduras ha adottato un documento strategico per la riduzione della povertà al fine di disciplinare la distribuzione degli aiuti allo sviluppo. È stato l’unico paese dell’America latina a delineare una strategia.

In seguito al colpo di Stato del 2009, i partiti hanno concordato un piano a lungo termine («Visione del paese 2010-2038») e un piano a medio termine («Piano nazionale 2010-2022»). Il piano a lungo termine ha definito quattro ambiziosi obiettivi generali di natura sociale, politica ed economica, da conseguire entro il 2038 mediante due piani nazionali e sette piani governativi.

Il ruolo dell’Unione Europea: dove hanno fallito le politiche di sviluppo 

Negli ultimi anni, l’Unione europea e i suoi Stati membri hanno rafforzato la cooperazione con l’Honduras, in particolare con la firma nel 2012 di un accordo di associazione. I finanziamenti dell’UE per la cooperazione allo sviluppo sono stati erogati mediante progetti e sostegno al bilancio.

Nonostante gli sforzi il sistema di aiuti non è risultato, però, del tutto sufficiente, a causa di una serie di falle nel sistema.

Secondo quanto si legge nella relazione speciale della Corte dei Conti Europea, l’approccio adottato dall’UE non è stato, infatti, sufficientemente mirato.  

Sono stati definiti una serie di obiettivi da perseguire che riguardavano l’istruzione, la salute, l’approvvigionamento idrico e i servizi igenico sanitari, ma purtroppo gli sforzi compiuti e l’aiuto finanziario sono stati frammentati in numerosi settori, pregiudicandone il risultato.

La Commissione UE, per giunta, ha modificato spesso le proprie scelte strategiche per rispondere in maniera flessibile ai cambiamenti delle strategie nazionali. Di conseguenza, alcuni settori hanno beneficiato del sostegno solo per un periodo di tempo relativamente breve.

Anche la cooperazione con altri donatori ha mostrato della falle. Non essendovi stata una reale ripartizione dei compiti, molti donatori hanno operato con approcci diversi e in alcuni casi ne è scaturita anche la sovrapposizione di finanziamenti.

I sistemi relativi ad una sana gestione delle finanze pubbliche sono stati cruciali per l’attuazione delle politiche e la prestazione di servizi pubblici. La gestione delle finanze pubbliche in Honduras, purtroppo, però, ha dovuto fare i conti con la mancanza di trasparenza ed un alto livello di corruzione. 

In generale, le azioni dell’UE hanno prodotto le realizzazioni previste solo in parte, anche a causa del difficile contesto seguito al colpo di Stato del 2009 e al fatto che le autorità nazionali non hanno collaborato sufficientemente nell’esecuzione dei progetti. La situazione generale del paese rimane dunque preoccupante. 

Politiche di sviluppo in Honduras: quale futuro?

È chiaro, quindi, che oggi sempre più siano necessarie politiche di sviluppo nello stato dell’Honduras. Strategie che siano maggiormente mirate e realizzate con la concreta sinergia di più attori sociali e politici. 

Tra le misure più urgenti da adottare c’è la depurazione del registro nazionale elettorale, l’introduzione del ballottaggio e un sistema di trasmissione dei dati sicuro e affidabile.

Depurare e aggiornare il registro consentirebbe, infatti, di eliminare almeno un milione di persone decedute e un altro milione di persone che non vivono più in Honduras, la cui identità è stata spesso utilizzata per commettere brogli.

Necessario, inoltre, anche un maggiore supporto da parte degli Stati Uniti in iniziative utili a combattere la povertà e tutte quelle condizioni che spingono oggi la popolazione honduregna a migrare e ad affollare i confini degli USA.

Contemporaneamente anche la Commissione Europea dovrebbe rafforzare il proprio approccio, proseguendo gli sforzi intrapresi per attuare una programmazione congiunta con gli Stati membri dell’UE e coordinandosi meglio con gli altri donatori.

Il progetto sociale di Eudfoundation in Honduras

In questa complessa situazione è importante anche quanto possono fare le organizzazioni non governative. Per questo, Eud Foundation è intervenuta firmando, nei mesi scorsi, con il segretariato di Governance, Giustizia e Decentramento dell’Honduras il Memorandum of Understanding of Cooperation. Le parti si sono impegnate a realizzare lo scambio di informazioni tecniche a sostegno dei governi locali, l’accesso e la promozione della giustizia e la lotta alla povertà.

LEGGI ANCHE: EUD International Foundation C.I.C. e il Ministero dell’Interno dell’Honduras insieme per rafforzare lo sviluppo economico del Paese

COLLABORA CON NOI
error: Content is protected !!