A un anno dall’inizio dell’emergenza sanitaria da Covid-19, la situazione economica per molte famiglie italiane è critica. Covid: quali sostegni economici servono alle famiglie. 

Imprese sull’orlo del fallimento, lavoratori senza più la propria occupazione, famiglie che a stento riescono a portare un piatto in tavola. A un anno, quasi, dall’inizio dell’emergenza sanitaria causata dal Covid-19 che ha messo in ginocchio il mondo, la situazione economica per molte famiglie italiane resta ancora molto critica. Lo abbiamo visto quando abbiamo parlato di povertà in Italia, quando abbiamo analizzato come l’emergenza sanitaria abbiamo portato alla creazione di nuovi poveri nel nostro paese.

Nel periodo compreso tra marzo e maggio 2020, per far fronte al peggioramento delle condizioni economiche di tante famiglie, il Governo Conte ha così emanato due appositi decreti: Cura Italia e Decreto Rilancio. Diverse sono state le misure adottate dallo Stato nei mesi scorsi, ma che tuttavia hanno mostrato alcune falle. In questa situazione, dunque, si evidenzia la necessità di nuove misure ad hoc o quanto meno di apportare modifiche a quelle già messe in atto.

Quali sostegni economici servirebbero, allora, per aiutare in modo adeguato le famiglie? Noi di EUD International Foundation abbiamo provato a tracciare un quadro generale. 

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Covid e sostegni economici: cosa non ha funzionato nel REM

Con il Decreto Rilancio, il Governo italiano ha introdotto il Reddito di Emergenza, una forma di sostegno straordinaria erogata in due quote con un valore compreso per ciascuna fra 400 e 800 euro. Il Decreto Agosto ha poi previsto un ulteriore versamento di 400 euro del REM, previa presentazione di una nuova domanda entro il 15 ottobre 2020.

I destinatari sono stati i cittadini residenti in Italia con un reddito percepito nel mese di aprile 2020 inferiore all’ammontare del Reddito di Emergenza, con un patrimonio mobiliare nel 2019 inferiore a 10.000 euro e un valore ISEE inferiore a 15.000 euro. Il REM non è stato compatibile con le altre forme di sostegno previste dal Governo per far fronte all’emergenza Covid-19 e non è stato erogato ai titolari di pensione, di un rapporto di lavoro dipendente con una retribuzione lorda superiore al reddito stesso e ai precettori del reddito di cittadinanza.

Stando ai dati raccolti dalla Caritas e pubblicati nel report annuale gli Anticorpi della Solidarietà, il REM, insieme ai buoni spesa ed altri bonus emanati dallo Stato Italiano, sono stati certamente utili per far fronte all’emergenza, ma al contempo sono stati difficili da ottenere, sia per il lungo iter burocratico sia per alcuni requisiti richiesti.

La Caritas di Roma ha infatti dichiarato che sicuramente sono rimasti fuori dalla misura tutto i cosiddetti “invisibili”, che stanno sotto la quota minima di rilevazione dei radar dei provvedimenti: non residenti, stranieri non regolarmente soggiornanti e i lavoratori del sommerso”. La misura è stata inoltre “insufficiente o tardiva anche per chi rientrava nelle cosiddette categorie regolari.”

Altro problema, inoltre, la scarsa informazione data alla popolazione italiana in merito alla possibilità di poter usufruire del REM e lo scarso supporto burocratico per accedere allo stesso. Una misura che avrebbe dovuto essere facilmente accessibile per tutti, ha mostrato invece una serie di falle e ha aiutato così solo in parte la popolazione italiana.

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Covid, quali sostegni economici servono alle famiglie: semplificazione del REM

Per migliorare la condizione economica delle famiglie italiane post Coronavirus, servirebbe dunque una semplificazione del REM.

Su questo sono stati concordi anche il FDD (Forum Disuguaglianze e Diversità) e l’ASVIS (Alleanza Italiana per lo sviluppo sostenibile) che hanno sottolineato la necessità di una semplificazione delle procedure per accedere al reddito di emergenza, unitamente a una maggiore informazione a riguardo ai cittadini italiani. 

Sempre l’ASVIS, insieme alla Caritas italiana, continua inoltre a proporre anche di non ricorrere all’ISEE per l’accesso al reddito di emergenza. Richiedendo infatti il supporto di CAF e patronati per poter essere predisposto, l’ISEE avrebbe rappresentato, come infatti è stato, un vincolo alla presentazione della domanda per il REM, con un allungamento dei tempi di accesso ed erogazione del contributo.

A suo tempo, però, la richiesta di non inserirlo fra i requisiti di accesso, seppur reiterata e motivata da esigenze di urgenza applicativa, non è stata presa in considerazione in sede di elaborazione della misura da parte del Governo, ma, al contrario, sarebbe tuttora un aspetto su cui lavorare. 

Covid, quali sostegni economici servono alle famiglie: maggiore attenzione ai lavoratori autonomi 

Le misure elargite dal Governo per aiutare i lavoratori autonomi e i possessori di partita Iva si sono mostrate altamente insufficienti. Tante le proteste che si sono avute a riguardo in questi mesi che hanno visto tale categoria in estrema difficoltà. Anche in questo caso FAD e ASVIS sostengono che bisognerebbe migliorare la qualità degli interventi introdotti per tale categoria. In particolar modo la proposta avanzata sarebbe quella di un Sostegno di emergenza per il lavoro autonomo (SEA).

Il SEA andrebbe a sostituire il bonus di 600 euro una tantum per gli autonomi e sarebbe indirizzato a ogni forma di lavoro autonomo, ossia le tipologie di occupazione che non possono avvalersi di indennità di disoccupazione e cassa integrazione. Il suo valore non sarebbe più in somma fissa indistinta, bensì varierebbe in base alle diverse situazioni. Per sostenere chi è in maggiore difficoltà, l’ammontare sarebbe inoltre determinato in modo progressivo secondo le condizioni economiche della famiglia del lavoratore. Per mantenere la capacità produttiva del lavoro autonomo, inoltre, l’importo è anche parametrato alla perdita di guadagno (in proporzione al proprio volume abituale di attività), così da supportare in modo più intenso chi ne è stato maggiormente colpito. 

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Sostegni economici per la famiglie: potenziare il reddito di cittadinanza

Un’altra delle possibili strade da intraprendere per sostenere economicamente le famiglie nella fase di ripresa post emergenza, potrebbe essere quella di potenziare il reddito di cittadinanza.

Questa misura è stata introdotta nel 2019 a integrazione dei redditi familiari. Essa è associata ad un percorso di reinserimento lavorativo e come tutte le misure economiche ha una serie di vincoli. Vincoli che ancora una volta, andrebbero modificati, per permettere di sostenere ora più che mai il maggior numero di famiglie possibili.

Secondo l’ASVIS, attualmente il RdC non tiene adeguatamente conto del peso dei minori nel nucleo familiare ed è quindi iniquo. In particolare, la distribuzione dei beneficiari sarebbe sbilanciata a favore delle famiglie senza minori con due e, soprattutto, con un solo componente.

Nella fase di emergenza post Coronavirus, anche il rapporto Caritas ha sottolineato come siano state le famiglie numerose e con minori ad essere maggiormente esposte alla povertà e per le quali dunque sia il reddito di cittadinanza che il reddito di emergenza sono risultate essere misure poco adeguate alle loro esigenze, se confrontate al trattamento che, invece, hanno ricevuto i single a causa della scala di equivalenza adottata per il calcolo degli importi.

La proposta dunque verte su di una revisione dell’attuale scala di equivalenza, incrementando il sostegno economico per le famiglie in povertà e con più figli, insieme alla riduzione degli anni di residenza richiesti per gli stranieri per l’accesso al RdC da 10 a 2, e una maggiore armonizzazione del RdC con il REM: ossia consentire un maggiore accesso alla misura anche a una parte di coloro che sono caduti recentemente in condizioni di povertà e hanno usufruito del REM attraverso un “temporaneo” innalzamento della soglia ISEE (da 9.360 a 15.000 euro).

Sostegni economici per le famiglie, rendere strutturali le misure

Necessario, comunque, è rendere strutturali determinate misure in modo tale da poter aiutare maggiormente tutte le famiglie in difficoltà. Non sarà infatti semplice e immediato uscire dalla crisi economica creata dall’emergenza sanitaria, ecco perché occorre mettere in campo quanti più interventi possibili che siano di lungo gettito per la ripresa. 

Nelle scorse settimane è stato annunciato un ulteriore piano economico di aiuti per supportare imprese, famiglie e singoli cittadini anche nei prossimi mesi: maggiori aiuti a chi possiede una partita Iva, nuovi ristori per tutte le attività che hanno dovuto restare chiuse negli ultimi mesi del 2020 e nuovi bonus. Vedremo cosa deciderà il governo.

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